Disinformazione sanitaria: come riconoscere le fake news sul web

Disinformazione sanitaria:come riconoscere le fake news sul web?

Ogni giorno, milioni di utenti digitano i propri sintomi sul web per ottenere la conferma o meno di una patologia, diagnosticata, sospettata o soltanto immaginata, spesso senza accertarsi della veridicità della fonte.

In ambito sanitario, per far fronte al problema della disinformazione digitale è fondamentale continuare ad adottare specifiche strategie volte a migliorare e a monitorare i contenuti sulla salute on-line.

Cosa può fare il medico moderno per migliorare l’informazione sul web?

Disinformazione sulla salute in Italia, qual è lo stato dei fatti?

La disinformazione sanitaria sul web è un fenomeno sempre più diffuso, alimentato dalla rapida diffusione delle notizie attraverso i social media e altri canali on-line.

L’Italia non è immune dal problema, che si manifesta in false informazioni su cure miracolose o notizie distorte su specifici farmaci o trattamenti.

Secondo dati recenti del Ministero della Salute, il 30% degli italiani è stato esposto a informazioni sanitarie fuorvianti on-line: è dunque urgente affrontare il problema, che può avere importanti conseguenze sulla salute individuale e pubblica.

Perché gli italiani si rivolgono al web per la salute?

Le motivazioni che spingono gli utenti a ricercare sul web sono legate alla fruibilità del mezzo, alla garanzia di privacy e di anonimato, alla facilità di accesso a informazioni chiare e comprensibili.

Quali sono le informazioni più ricercate

Secondo i dati Istat 2023, le informazioni più ricercate dagli italiani riguardano soprattutto malattie e trattamenti specifici (60%), sebbene siano sempre in aumento gli utenti che cercano informazioni sulla prevenzione e il benessere, come l’esercizio fisico, l’alimentazione e il controllo del peso o notizie riguardanti l’accesso ai servizi sanitari di medici, ospedali e assicurazioni.

per quali motivi legati alla salute gli italiani usano internet

Quali sono i principali canali di ricerca?

Il 71,5% degli utenti cerca su Google attraverso specifiche parole chiave, soffermandosi sui primi siti mostrati nei risultati. Circa il 25% sceglie come fonte di informazione i social, mentre il 5% degli utenti fa affidamento a specifici siti di cui conosce l’affidabilità.

Cosa pensano gli italiani sulla qualità dell’informazione sanitaria on-line?

Il grado di fiducia che gli italiani accordano alle informazioni sanitarie in rete è abbastanza elevato e la maggior parte dichiara di aver trovato un aiuto o una risposta utile.

I criteri su cui gli utenti dell’e-health basano il proprio giudizio di attendibilità sono l’aggiornamento dei contenuti, seguito dall’appropriatezza del linguaggio e dalla fonte delle notizie. Infine, tendono a fidarsi meno dei siti web in cui sono presenti elementi pubblicitari.

Quali sono i rischi della disinformazione sulla salute?

Le informazioni reperite sul web possono avere un impatto significativo sulla vita o il comportamento degli utenti e non va sottovalutato il rischio che possano generare confusione.

Per questo i medici, i farmacisti e le istituzioni del settore sanitario hanno la responsabilità sociale di trattarle e diffonderle con la massima cura.

Alcuni falsi miti sulla salute on-line

fake news sulla salute online

Quali sono le misure per contrastare e controllare le fake news sul web?

Per far fronte a questa problematica e arginare il contagio delle fake news è necessario implementare strategie mirate, basate su informazioni affidabili e best practice che ci consentano di promuovere una maggiore consapevolezza e di migliorare la salute pubblica.

In realtà in Italia esiste una normativa sulla pubblicità sanitaria che regolamenta la diffusione delle informazioni sia a scopo promozionale sia divulgativo ma diciamo che non sempre viene presa in considerazione.

Anche la Commissione europea contribuisce a contrastare questo fenomeno “social” collaborando con le più importanti piattaforme on-line come Google, Facebook, Instagram etc, incoraggiandole a promuovere solo fonti autorevoli, a declassare i contenuti che risultano falsi o fuorvianti e a rimuovere quelli illegali o che potrebbero provocare pericoli o danni alla salute dei cittadini.

Quali sono i principali divieti previsti dalla normativa?

La normativa sulla pubblicità sanitaria, in teoria, ci da diverse indicazioni, in particolare ci invita a non pubblicare rappresentazioni visive fuorvianti sui cambiamenti del corpo causati da malattie o lesioni e a non utilizzare espressioni come “il migliore”, “l’unico qualificato”, “risultato garantito” o altri termini con lo stesso significato.

Inoltre, ci vieta di annunciare specialità, procedure e  strumentazioni per le quali non si ha un titolo certificato o di pubblicizzare un metodo non approvato dalla comunità scientifica.

È altresì vietato esporre la figura del proprio paziente come mezzo per divulgare una tecnica, un metodo o un risultato di trattamento, anche con la sua autorizzazione. Infine, non è consentito promuovere sconti su prestazioni e servizi.

Le questioni che coinvolgono i principi etici sono numerose, per questo spesso medici e strutture sanitarie sono scettici rispetto alla promozione della loro attività. Tuttavia, è possibile conciliare questi due aspetti attraverso una comunicazione professionale, “sana” e orientata ai bisogni del paziente.

In che modo i medici possono fare una buona informazione?

Quando si parla di comunicazione medica bisogna sempre tener conto di come l’utente può percepire un messaggio e quale può essere la sua sensibilità rispetto allo stesso.

Per questo è necessario avere una certa cura nella scelta dei contenuti, sia per quanto riguarda i testi sia per le immagini e i video, utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile.

Inoltre, è fondamentale fare sempre riferimento alle evidenze scientifiche sull’efficacia dei trattamenti e degli strumenti utilizzati, indicando dove possibile la fonte delle informazioni.

Purtroppo non sempre i medici riescono a seguire in prima persona i contenuti dei loro canali digitali, quindi l’ideale sarebbe affidarsi a professionisti specializzati in comunicazione sanitaria.

Personalmente, per far fronte a questo problema, da anni con la InClinic ho deciso di avvalermi di una redazione medico-scientifica costituita da medici e farmacisti che ci assicurano la massima attendibilità delle informazioni.

Grazie per aver letto l’articolo 🙂

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